Amore o Amare

amore e psiche

 

   Le relazioni d’amore, sono un elemento così importante nella nostra esistenza –

   Quali elementi sono conditio sine qua non dell’ amore, perché si possa parlare di amore, perché ci sia amore?

 

“Amore o Amare”

Riflessioni di Lucia Polidori

Le relazioni significative, le relazioni d’amore, sono un elemento così importante nella nostra esistenza che la valutazione del nostro benessere generale, del grado di soddisfazione che abbiamo della nostra vita non può prescindere dalla valutazione sulla loro qualità.

Basterebbe l’evidenza ad informarci di ciò, tuttavia numerosi studi non solo ce ne danno conferma, ma ci indicano che la questione è trasversale a classi sociali, titoli di studio, successo e quant’altro.

La mancanza di rapporti autentici, soprattutto nelle relazioni di coppia, ci destabilizza, riduce il nostro livello di benessere e, quando ci troviamo in simili condizioni, niente ci sembra possa essere in grado di ripareggiare il conto.

Così, anche quando lo dimentichiamo, l’amore occupa sempre un posto centrale nella nostra esistenza eppure, nella vita quotidiana, tutti parlano poco di amore. Nonostante sia l’argomento più trattato dalla cultura (cinema, musica, letteratura …), anche tra amici si discute di tutto ma non di amore, di cosa significhi questo sentimento, cosa comporta, come lo si vive, di cosa intendiamo quando diciamo “amore”.

È molto più frequente che si parli di perdita dell’amore; ma le conversazioni su cosa significa e cosa implica concretamente l’amore, su come mettiamo in atto tale sentimento, sono rare.

Non è certo facile cercare di definire l’amore, probabilmente non riusciremmo mai ad essere esaustivi. Anche in ambito più strettamente scientifico non c’è chiarezza su come si forma e su come possa essere descritto il sentimento nonostante sia da sempre oggetto di indagine della psicologia e, in anni più recenti, anche delle neuroscienze. Di certo si può affermare che il sentimento ha una struttura più complessa delle emozioni, una minore intensità e una più lunga durata. Le emozioni sono risposte, indotte dal cervello sotto forma di alterazioni corporee e comportamentali, a contenuti significativi associati ad un particolare evento, a qualcuno, a qualcosa. In pratica, le emozioni ci segnalano eventi importanti per la nostra esistenza. Quando a queste informazioni attribuiamo un senso, allora stiamo organizzando delle emozioni in un sentimento. Perciò il sentimento è l’elaborazione cosciente delle emozioni e si struttura attraverso l’attribuzione di un significato ad esse. Questa esperienza è del tutto soggettiva ma, come ogni attività cognitiva, implica processi di valutazione e decisione e quindi è sempre consapevole, o almeno dovrebbe esserlo.

Partendo da questa considerazione, possiamo provare a richiamare alcuni elementi che, per così dire, sono conditio sine qua non dell’amore, perché si possa parlare di amore, perché ci sia amore.

La questione meriterebbe una riflessione puntuale, ma ci limiteremo a richiamare l’attenzione su due elementi che dovrebbero essere sempre tenuti in considerazione quando parliamo o pensiamo di amore e quando “ci comportiamo” sotto la spinta di amore. Stiamo parlando della volontà e dell’intenzionalità che il sentimento di amore comporta, della responsabilità di ciò che diciamo e facciamo in nome dell’amore.
Al contrario, siamo abituati a pensare di non avere alcun controllo sul nostro sentimento e su ciò che esso comporta. Siamo abituati a pensarlo come una forza superiore e, perciò, a ritenere che quanto accade in nome dell’amore in fondo non sia discutibile perché l’amore, in quanto forza superiore, vanifica la nostra volontà.

In pratica ammettiamo che quanto viene fatto per amore, anche se non condivisibile, sia comprensibile. E, per questa via, ci sottraiamo alla responsabilità e all’impegno che ogni azione da noi decisa e messa in atto, comporta. Per questa via ci auto-assolviamo per ogni noncuranza, per ogni mancanza ed arriviamo a “giustificare” anche l2abuso, quando avviene in nome dell’amore.

Forse sarebbe necessario riflettere di più su cosa intendiamo per amore se vogliamo migliorare la nostra capacità di darne e di riceverlo, se vogliamo migliorare la qualità della nostra vita, il nostro benessere. Forse scopriremmo di non avere una idea precisa a riguardo e che, forse, è proprio questa confusione che non ci permette di avere rapporti armoniosi, autentici con l’altro che amiamo o che ci induce ad innamorarci di persone con cui non riusciremo mai a costruire una relazione d’amore che possa dirsi tale.

Certo non è immediato collegare la responsabilità a qualcosa che riteniamo istintivo. Ma l’amore si manifesta nei nostri gesti, nelle nostre intenzioni e, perciò, ha conseguenze reali e concrete nella nostra vita e in quella dell’amato e, in questo, non c’è niente di istintivo.

Potremmo aiutarci cominciando a pensare l’amore anche come azione, non solo come uno stato del nostro sentire. L’azione ci richiama ad una scelta intenzionale e quindi alla responsabilità di quanto facciamo o accettiamo per amore. Non siamo obbligati ad amare, scegliamo di farlo. L’amore non è un luogo assoluto dove tutto è permesso. Dove c’è inganno, ricatto, dove c’è violenza fisica, verbale, psicologica non c’è amore.

Se è vero che le parole aiutano a modellare i pensieri, magari potremmo provare a parlare di cosa significa “amare” piuttosto che “amore”.

Sa sedurre la carne la parola, prepara il gesto, produce destini… ”  ( versi di Patrizia Valduga)