” Rosa shocking; violenza stereotipi e altre questioni del genere ” rapporto sulla violenza sulle donne

 

rapporto_rosa_shocking

25 novembre  giornata mondiale per l’eliminazione della violenza verso le donne.

Quanta violenza, cosa è violenza, che senso ha , quale percezione se ne ha, è fotografato nel rapporto presentato il 18 novembre alla Camera dei deputati, con la campagna Le parole non bastano più” realizzato da WeWorld Intervita con l’ausilio di IPSOS, indagine su mille persone fra i 18 e 65 anni.

WeWorld , nata per occuparsi di donne e bambini del sud del mondo, da tre anni, considerato l’aumento della povertà e dei casi di femminicidio, ha rivolto la sua attenzione anche  ai fatti di casa nostra.

 

IL SONDAGGIO

Ogni tre giorni in Italia un donna viene uccisa dal partner, dall’ex o da un familiare; tra coloro che subiscono violenza solo il 7,2% denuncia l’accaduto e in un anno oltre un milione di donne finiscono nella rete dei soprusi al maschile che si ripetono  più volte, 14 milioni di atti di violenza dallo schiaffo allo stupro; oltre 25 casi al giorno di stalking.

Cosa è considerata violenza contro le donne?

Tutti d’accordo sui casi estremi : uccidere, stuprare, picchiare; meno sulla violenza emotiva ed economica.

Per gli uomini è considerato accettabile: dal 25% fare battute a sfondo sessuale,  dal 20% fare avances fisiche, dal  15% proibire alle donne decisioni sull’economia familiare, dal 12% obbligare una donna a lasciare il lavoro. Per gli uomini sembra che il tempo non sia trascorso; permane una immagine stereotipata della figura femminile soprattutto per quanto riguarda il matrimonio  considerato ” il sogno di tutte le donne ” per circa un uomo su due, la famiglia in cui per 7 uomini su 10 è più facile per la donna fare sacrifici,la maternità che per uno su tre rappresenta l’esperienza che consente ad una donna di realizzarsi completamente. Infine, per quasi 6 italiani su 10 è normale utilizzare il corpo femminile nella pubblicità ( non è un caso se le imprese investono fino a 66 milioni al mese in spot che riproducono un’immagine falsata della donna ) , per 1 su 10, comunque, se la donna non indossasse abiti provocanti non subirebbe violenza.

Per le donne, a dimostrazione che gli stereotipi non sono appannaggio solo maschile e che il retaggio del passato, quanto a modelli femminili, è ancora attuale, si rileva che il 61% delle intervistate ritiene che quello che accade nella coppia non debba interessare agli altri, il 79% considera normale che un uomo tradito possa diventare violento , il 77% che se ogni tanto gli uomini diventano violenti è per il troppo amore , il 78% dice che per evitare di subire violenze le donne non dovrebbero indossare abiti provocanti, l’86% comunque difronte ad un marito che picchia propongono di lasciarlo.

Gli abusi sulle donne ,oltre ad essere etnicamente inaccettabili e produrre un danno all’integrità personale,  hanno anche un costo stimato in circa 17 miliardi di euro l’anno, l’equivalente di tre manovre finanziarie,  per  cure mediche, psicologiche, assistenza legale, centri antiviolenza e costi da mancata produttività o derivati da danni emotivi ed assistenziali.

Unico dato positivo del rapporto è l’incremento degli investimenti sulla prevenzione : è proprio sulla prevenzione che si punta per contrastare un fenomeno così dilagante che conferma di avere radici profonde nella cultura dominante nella nostra società.

Violenza: questione di genere?

La violenza che mina l’integrità della persona non è solo un fatto femminile o che riguarda solo le donne; è un problema  anche degli uomini e non è eliminabile senza il loro coinvolgimento diretto . E’ il maschio che si trova difronte ad una perdita di controllo nei confronti di un genere femminile ,sempre più autonomo e complesso ,che lo disorienta e lo fa sentire inadeguato: la violenza è la risposta più immediata per un soggetto centrato su di sé, egoista ed individualista .

E’ , anche, un problema di tutta la società civile chiamata a rivedere il proprio sistema di valori e di rispetto reciproco

Ben ha fatto il  Presidente di WeWorld, non a caso un uomo, che ha affermato: ” Siamo noi maschi a dover cambiare”  ed è passato dal dire al fare intitolando la campagna contro la violenza alle donne “Servono altri uomini”.

Dalla violenza si può uscire? Certamente, ma non da sole.