Tutti a scuola: é il primo giorno

di Lucia Polidori

In quattordici regioni, nel nostro bel paese, il 15 settembre di è alzato il sipario sulla Scuola. Tutti pronti, in contemporanea, si (ri)comincia. I protagonisti sono loro, i nostri bambini:piccoli individui che si apprestano ad iniziare quel meraviglioso percorso di socializzazione ed apprendimento che metterà mattoncini nella struttura della loro formazione non solo culturale ma anche personale e civile.

Ero davanti ad una delle tante scuole italiane e osservavo il via vai di bambini, genitori ed insegnanti. I nostri protagonisti non sembravano agitati. Alcuni arrivavano davanti all’ingresso della scuola un po’ addormentati, altri giocherellando con qualcosa o solo saltellando per rendere il percorso più divertente, qualcuno faceva capricci ma nei loro sguardi spaziosi non c’era alcuna traccia di ansia o preoccupazione … e d’altronde perché avrebbero dovuto averne? Per i bambini ci sono tanti primi giorni!…ma spostando la mia attenzione all’altezza degli adulti ho notato che una parte di loro aveva un comportamento tranquillo e positivo nell’accompagnare i piccoli scolari verso un’esperienza fondamentale, bella e importante.

Altri genitori erano ansiosi, palesemente agitati (forse per l’orario, forse per la cartella troppo pesante…). Alcuni, addirittura , non curanti dell’importanza di trasmettere fiducia e gioia nei confronti di questo nuovo percorso ai loro figli, erano già proiettati nella loro giornata, impegnati in telefonate di lavoro.

Ho visto poi non pochi genitori immortalare l’evento in una fotografia. Con i loro smartphone hanno racchiuso in uno scatto (a cui tra l’altro i bambini si prestavano con posa frettolosa, annoiata) il senso essenziale di questo giorno così diverso dagli altri precedenti ma primo di una lunga serie.

Una foto, a testimonianza dell’ingresso in un percorso importante, magari postare su facebook o comunque da farne bella mostra ad amici e parenti. Ma per i bambini era un giorno quasi uguale a tanti altri, un giorno in cui andavano alla scoperta di cose nuove, di cose diverse e forse più che di un pesante, agitato e patinato cerimoniale avrebbero preferito ed avrebbero avuto bisogno di un sorriso fiducioso e della leggerezza che in loro spontaneamente accompagna la meraviglia di fronte alla scoperta del mondo.  La fiducia che dissolve  paure e dispone all’incontro.

Forse non è molto educativo trasmettere ai bambini i nostri affetti negativi di adulti, le nostre preoccupazioni all’inizio del loro viaggio verso la conoscenza, verso il vivere civile con regole di convivenza e confini necessari al rispetto dell’altro, del loro viaggio verso l’altro fuori dalla famiglia, nella globalità del sociale.

P.S.1 : tra gli sguardi ad altezza adulti, ne ho incrociato anche alcuni mesti e rassegnati. Erano quelli di insegnanti che da anni lavorano in condizioni precarie ad un compito fondamentale per noi tutti: l’educazione e la formazione del nostro futuro.

P.S.2 : nella pausa pranzo sono tornata davanti ai cancelli dell’istituto. All’uscita da scuola a prendere per mano i bambini c’erano anche alcuni ragazzi, anch’essi con lo zaino in spalla: i fratelli dei bimbi. Loro si che si accompagnavano leggeri verso il futuro, lontani dalle inopportune  e controproducenti ansie di noi adulti.