Aborto spontaneo: la perdita di una gravidanza

di Erica Simoni

 

La storia di Silvia

“” E’ stato subito amore, ci importava poco di fare attenzione … Dopo sei mesi di convivenza, quel ritardo (non ho mai avuto cicli regolari) era accompagnato da nausee e strane sensazioni. Mi decisi a comprare un test di gravidanza: POSITIVO. Io, all’interno, ero tempestata di emozioni, fuori, ferma, immobile, lui mi disse che felicità e paura si contrapponevano ma che non vedeva l’ora di crescere con me quella piccola vita.

Fisicamente è stata dura… mentalmente mi sentivo pronta, sapevo che ogni sorriso di questa piccola creaturina in arrivo, i sorrisi del mio ragazzo e quelli dei parenti mi avrebbero fatto dimenticare ogni nausea e tutta la stanchezza.

Poi ci fu quella visita di controllo… la dottoressa cambiò espressione, disse “non c’è battito” … In quel momento, anche il mio cuore smise di battere. Vuota! mi sentii completamente vuota, nella mia testa solo una frase “guarda le nuvole e pensami”, uno strano sogno di qualche giorno prima … Il mio corpo lo sapeva già? Ero di tre mesi, lo dicono tutti, in quel periodo di tempo va considerato ogni rischio, ma non si pensa mai possa capitare proprio a te.

E’ stata una doccia fredda per tutti, eppure bisognava andare avanti. Il mio ragazzo fu più forte di me, non solo era obbligato a sopportare il suo dolore ma anche il mio! Mi sostenne sempre, voleva vedermi sorridere di nuovo. Capii che dovevo andare avanti. Mi stettero vicino, oltre alle nostre famiglie, anche i miei amici. Insistettero sul fatto che non dovevo chiudermi a riccio, non dovevo allontanarmi da niente a da nessuno, dovevo tornare la solita.

C’è voluto tempo e ce ne vorrà ancora tanto … probabilmente, non passerà mai; ogni volta che vedo un bimbo non posso fare a meno di pensare a come sarebbero state le sue manine, i suoi occhi o il suo nasino … ma comunque la vita continua e ora sorrido, sono felice e vivo ogni attimo al 100%. Ho ripreso in mano la mia vita e lo faccio per me ma soprattutto per lui e per chi mi ama.

Dicono che la vita non ci metta mai di fronte a sfide impossibili, la vita sa che saremo abbastanza forti per superarle, evidentemente sono una persona forte! E ora che lo so sono pronta ad affrontare e battere TUTTO! “”

                                                                                                                                                                                           Laura

 

Un aborto spontaneo è un’interruzione involontaria di gravidanza che mediamente accade al 15/20 % delle donne. Le prime 12 settimane di vita sono cruciali (il feto ha il 5/10 % di probabilità di morire) e in questo periodo avviene in media l’80% degli aborti spontanei.

Nella mente della madre

Per comprendere cosa possa provocare un aborto nella mente di una donna, bisogna considerare prima cosa significhi la gravidanza per lei. Come al contrario si tende a pensare, non per tutte le future mamme avere un bambino è un orgoglio e una speciale attesa. Alcune di loro vedono la gravidanza come un ostacolo nella loro vita, e dunque tenderanno a superare la notizia dell’aborto con maggiore facilità e quasi con sollievo, rispetto a tutte quelle mamme che avevano riposto tante gioiose aspettative nella loro gestazione. Ovviamente, maggiori sono le aspettative e maggiori potrebbero essere le eventuali delusioni.

Si pensa che la gravidanza sia una ‘crisi maturativa’ e che la donna debba superarne le fasi che la porteranno a una piena consapevolezza di sé non più solo come donna, ma anche come futura madre. Questa crisi mina l’equilibrio psicologico che fino ad allora era ben saldo; si superano delle fasi di regressione, in cui devono essere messe in discussione le proprie parti infantili e in cui si rivivono esperienze passate per poter gestire l’ansia che tutto ciò comporta. Ma la donna è pronta anche ad affrontare una maturazione che la porterà ad ottenere uno status di madre e a realizzare in pieno il proprio progetto di vita. Avviene una vera e propria rivoluzione nella donna; il suo unico obiettivo ora è quello di fare tutto il possibile per diventare la madre che il suo bambino avrà bisogno di avere accanto. Nascono speranze, aspettative, si prova ad immaginare mentalmente l’aspetto del proprio bambino. Le prime ecografie sono la cosa più emozionante, quando si inizia a comprendere che sta realmente crescendo una vita dentro il proprio corpo, e che di quella vita tu sei la responsabile da lì e per sempre. In quel momento, si diventa madri.

Cosa potrebbe rovinare questo quadro perfetto? Perché insieme a qualcosa di così bello può accadere qualcosa di tanto orribile? Perché a mio figlio, a noi?

Lei, che ha appena scoperto di aver perso il suo bambino, sta pensando di vivere uno dei momenti più difficili della sua vita, se non il più difficile. Si è chiusa ‘a riccio’, in se stessa e non lascia a nessuno la possibilità di esplorare i propri pensieri, poiché chi potrebbe capire l’immenso dolore della sua perdita? Potrebbe sentirsi sola, e pensare di dover affrontare tutto questo senza nessun aiuto. Per questo, a volte, non si riescono più a gestire le proprie relazioni interpersonali, e si tende a isolarsi da chi ci ama. Si sente improvvisamente svuotata ma anche piena di emozioni contrastanti che nemmeno lei può capire a fondo. Ma la vita non ci mette mai di fronte a sfide impossibili.

Superare il lutto per un aborto si può tenendo presente che è importante:

  • Condividere il dolore. Il principale modo per superare un lutto (perché un aborto è considerato un lutto) è quello di parlare dell’accaduto, poiché anche solo riviverlo è iniziare a rielaborarlo. Pensare che non si è sola poiché un aborto non coinvolge solo la madre, ma anche il padre, il compagno . Questi potrà non comprenderla del tutto, poiché non lo ha provato sulla sua pelle, ma chi ci ama è pronto a condividere tutto, anche il dolore. Sarà allora che risulterà più semplice affrontarlo, poiché non si sentirà più sola.
  • Prendere tutto il tempo necessario per superare l’accaduto. Ogni persona è diversa e reagisce ai momenti difficili della vita in maniera differente, dunque, per ogni donna, serve un tempo più o meno lungo per affrontare le difficoltà. A volte, si riscontrano dei cambiamenti nelle abitudini di vita (ritmo sonno-veglia, appetito ecc.) ma tutto ciò è normale, perché il corpo e la mente sanno cosa è meglio per superare il lutto. L’importante è comprendere che non ci sono tempi prestabiliti brevi o lunghi per fare ciò, ma sono del tutto
  • Riprendere la propria vita. Alcuni eventi portano un cambiamento nello stile di vita , nelle proprie abitudini… Con l’aborto, qualcosa si spezza nel progetto di vita; recuperando se stessa, la donna, ritroverà i piaceri della propria vita sentendosi progressivamente più forte per affrontare il trauma.

La vita non termina con un evento tragico, deve solo rigenerarsi e ritrovare la sua direzione.

 

Commento Dr. Capotosto:

Non c’è un unico modo di sentirsi o un modo giusto di reagire: cosa significa avere perso la gravidanza e il bambino atteso in un dato momento è soggettivo, e i sentimenti che ne derivano sono legittimi.

Anche l’uomo prova sofferenza per la perdita, in genere meno intensa e duratura rispetto a quella della donna, ma più difficile da riconoscere ed esprimere, in relazione al dolore della compagna, alle aspettative di ruolo di essere forte e darle sostegno e al minore supporto sociale disponibile.

Molte persone riescono a superare questo momento difficile da sole. Se la sofferenza emotiva perdura, diventa difficilmente controllabile, disturba il normale svolgimento delle attività quotidiane, è necessario ed efficace rivolgersi a un professionista. Tra i possibili metodi, un aiuto psicologico mirato è quello dell’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) .La “Desensibilizzazione e Rielaborazione Attraverso i Movimenti Oculari”  è un metodo terapeutico la cui efficacia è stata ampiamente dimostrata nella risoluzione adattiva di tutti i tipi di trauma, compresi quelli di minore entità.